Notizie e Comunicazioni in Primo Piano 






Pubblicato 19 maggio 2024 

La Cassazione: si alla cedolare secca per chi affitta a società (purchè ad uso abitativo)

Con la sentenza n. 12395, depositata nei giorni scorsi, la Corte di Cassazione chiude una diatriba in essere dal 2011.
La normativa relativa alla cedolare secca sugli affitti abitativi, contenuta nel decreto legislativo n. 23/2011, stabilisce infatti che solo ai locatori è impedito – per poter usufruire della cedolare secca – di agire nell'esercizio di un'attività di impresa o di arti e professioni. L'Agenzia delle entrate, invece, porta avanti da 13 anni, nonostante diverse sentenze di merito di segno opposto, la tesi secondo la quale tale vincolo operi anche nei confronti dei conduttori.

La Suprema Corte ha infine stabilito che la qualità del conduttore è irrilevante ai fini della scelta della cedolare secca a patto che la locazione sia ad uso abitativo.

Dopo questa Sentenza l'Agenzia delle Entrate non potrà che adeguare i propri comportamenti e c'è da augurarsi che questo avvenga al più presto. In concreto, andranno abbandonati i contenzioni a tutt'oggi pendenti nei confronti di locatori che avevano applicato la cedolare pur avendo come inquilino una società e andranno rimossi i blocchi informatici che impediscono di optare per la cedolare a chi affitta ad un inquilino dotato di Partita IVA utilizzando il modello RLI

Pubblicato 10 aprile 2024 



Comunicato ASPPI: Dal mondo della casa non si può solo prendere

Pubblicata il: 25 Ottobre 2023

Comunicato ASPPI: Dal mondo della casa non si può solo prendere

Negli ultimi tempi le misure del Governo riferite al mondo della casa, dell'affitto e dell' immobiliare hanno seguito un'unica direzione: drenare risorse. Ha questo segno l'aumento al 26% della aliquota IRPEF per gli affitti brevi prevista dall'attuale manovra; hanno questo segno le strette sui bonus edilizi e la cancellazione della cessione del credito e dello sconto in fattura; aveva questo segno la cancellazione dei fondi sociali per l'affitto contenuta nella passata manovra. Provvedimenti diversi si dirà, sorretti da motivazioni differenti (spesso discutibili per altro), ma il segno è quello.

Chi cercasse nella bozza della attuale manovra una norma di segno opposto rimarrebbe assai deluso. Se si fa eccezione per la proroga al 2024 delle agevolazioni per la prima casa riferite ai giovani, la manovra non si occupa minimamente di proporre qualche soluzione positiva ai tanti problemi che affliggono il mercato dell'affitto e quello immobiliare.

La petizione di principio contenuta nella Legge delega sul fisco in merito alla cedolare secca per i contratti commerciali è rimasta tale: non vi è traccia nella manovra della volontà di avviarne la sperimentazione;

mentre incombe la conclusione della trattativa a livello europeo sulla Direttiva case green non vi è traccia nella manovra di provvedimenti che costituiscano una valida alternativa a ciò che si è voluto cancellare a proposito di bonus edilizi;

Leggeremo nelle tabelle di bilancio (quando saranno rese pubbliche) se e quanto verrà rifinanziato il fondo per l'affitto: nella bozza di articolato non vi è traccia di ciò.

Più in generale, tutti si rendono conto che il mercato dell'affitto sta vivendo una situazione difficilissima: cresce la domanda di case da affittare , cala l'offerta, soprattutto in relazione ai gravissimi rischi di morosità, all'incertezza dei tempi di esecuzione degli sfratti, ai bassi rendimenti.

Cosa si pensa di fare per alleviare una situazione che dall'emergenza rischia di passare alla patologia cronica?

Le scelte da fare sarebbero tante: manutenere e mettere in circolo il patrimonio ERP non utilizzato perché bisognoso di interventi; garantire i locatori dai rischi di morosità con interventi di sostegno ai redditi degli inquilini più fragili; abbassare l'IMU a chi garantisce affitti continuativi e si potrebbe continuare.

Nessuno chiede il "tutto e subito". Ma un qualche segnale sì, sarebbe lecito attenderselo.

Il Presidente Nazionale ASPPI – Alfredo Zagatti 


Il Governo cambia il PNRR

Pubblicata il: 01 Agosto 2023

Il Governo cambia il PNRR

Annunciato il nuovo Ecobonus, riservato alle abitazioni appartenenti a proprietari a basso reddito, definanziati i programmi relativi a dissesto idrogeologico e riqualificazione urbana

Lo prevede la rimodulazione del PNRR, decisa dalla Cabina di regia sul Piano nazionale di ripresa e resilienza e approvata dalla Commissione Europea.

Con la rimodulazione, nel PNRR è stato inserito il programma REPower EU, cioè il programma lanciato l'anno scorso dalla Commissione Europea per il risparmio energetico e la diffusione delle energie rinnovabili.

Parallelamente, la cabina di regia ha deciso di stralciare dal PNRR 9 progetti per un totale di quasi 15,9 miliardi di euro, che saranno destinate al programma REPower EU.

Tra i progetti che non otterranno più le risorse del PNRR, ci sono interventi di riduzione del rischio idrogeologico e rigenerazione urbana. Il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ha assicurato che le misure stralciate potranno accedere ad altre fonti di finanziamento. Ma gli Enti locali e gli addetti ai lavori hanno espresso il loro disappunto.

4 miliardi di euro per il nuovo Ecobonus

Il nuovo Ecobonus, presente nel programma REPower EU, è dedicato al patrimonio immobiliare privato e mira a promuovere l'efficientamento energetico delle abitazioni per affrontare la questione della povertà energetica.

Alla misura saranno destinati 4 miliardi di euro, 2 per il 2024 e 2 per il 2025. Come si legge nel documento diramato dalla Cabina di regia, la misura si baserà su incentivi fiscali, come quelli attivi da tempo e poi potenziati con il Superbonus.

A differenza di quanto accaduto fino ad ora, con detrazioni slegate dalle fasce di reddito, il sostegno sarà destinato esclusivamente alle categorie di persone a basso reddito, a famiglie a rischio di povertà energetica e ai giovani.

In attesa che il Governo fornisca maggiori dettagli sul nuovo incentivo, bisogna notare che, almeno nel 2024, il nuovo Ecobonus convivrà con quello tradizionale, che concede detrazioni Irpef e Ires per l'efficientamento energetico di abitazioni e di immobili a destinazione diversa.

Dal documento della cabina di regia si evince inoltre che il nuovo Ecobonus ricalcherà, in versione economicamente più sostenibile, gli incentivi fiscali dell'Ecobonus tradizionale. La misura dovrebbe quindi strutturarsi come una detrazione fiscale e il Governo dovrebbe specificare l'aliquota e i tempi di rimborso.

Dato che l'incentivo è destinato ai redditi bassi, si può ipotizzare che i tempi di rimborso saranno lunghi, in modo da consentire ai soggetti con poca capienza fiscale di usufruire della detrazione.

Tra i redditi bassi ci sono anche gli incapienti. È probabile che, solo per loro, sia consentita la cessione del credito alle banche, come previsto per l'ecobonus tradizionale prima dell'avvento del Superbonus e delle semplificazioni del Decreto

La rimodulazione del PNRR prevede la modifica di 144 misure. In alcuni casi si tratta di modifiche formali, in altre della riprogrammazione delle risorse nell'ambito dello stesso progetto. Fitto, ad esempio, ha annunciato che ci saranno 900 milioni di euro in più per la realizzazione di 260 mila nuovi posti in asili nido.

La rimodulazione prevede anche il definanziamento di opere valutate non realizzabili entro la scadenza del 2026.

Le misure che eliminate dal PNRR sono:

– Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l'efficienza energetica dei Comuni (6 miliardi);

– Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale (3,3 miliardi);

– Piani urbani integrati (2,5 miliardi);

– Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico (1,3 miliardi);

– Utilizzo dell'idrogeno in settori hard-to-abate (1 miliardo);

– Aree interne – Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità (725 milioni);

– Promozione impianti innovativi (incluso offshore) (675 milioni);

– Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie (300 milioni);

– Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano (110 milioni).

Il Governo ha assicurato che le misure otterranno altre fonti di finanziamento, come il PNC, i fondi di coesione e altri fondi nazionali.

Il nuovo capitolo sul REPower costerà in tutto 19,2 miliardi. La cifra sarà coperta dalle risorse provenienti dalle opere definanziate, dal contributo a fondo perduto REPowerEU (che per l'Italia ammonta a 2,7 miliardi) e dall'aggiornamento del contributo UE PNRR per effetto della variazione del PIL (150 milioni di euro).


Pubblicata il: 21 Febbraio 2023

Cessioni del credito, incagliate o negate; Direttiva UE sulle case Green: le forti preoccupazioni dei proprietari di immobili"

Migliaia di proprietari di immobili guardano con crescente preoccupazione a ciò che sta avvenendo in Italia e in Europa in tema di riqualificazione e di efficienza energetica degli immobili.

Da una parte, la realtà e le decisioni del Governo in materia di detrazioni fiscali (110% e non solo) e di cessione del credito; dall'altra l'iter della Direttiva Europea in materia di "case green"in discussione al Parlamento di Strasburgo.

È comprensibile che il Governo ponga un freno al meccanismo che consentiva in modo generalizzato la cessione del credito d'imposta in cambio delle risorse per avviare e realizzare le ristrutturazioni (meccanismo che si è rivelato ingestibile e che vede oggi crediti incagliati per 19 miliardi), ma in una materia come questa occorrono decisioni equilibrate in considerazione degli effetti che provocano.

Intanto va risolto, e rapidamente, il problema dei "crediti incagliati". Dietro essi vi sono migliaia di imprese, di proprietari immobiliari, di condomini che si sono mossi correttamente sulla base delle regole dettate dallo Stato, confidando sul loro rispetto da parte di tutti, a cominciare dallo Stato stesso. Questa situazione sta producendo grande sofferenza e vanno adottate rapidamente le soluzioni tecniche che sono già sul tavolo.

Certo, da qui in poi le cose sono destinate a cambiare, ma, anche in questo caso occorre agire con giudizio. Decidere, come ha fatto il Governo con l'ultimo decreto di negare a tutti e in ogni caso la cessione del credito per i lavori di ristrutturazione è una misura draconiana che non tiene conto del fatto che molti proprietari, in ragione dei loro redditi non hanno la "capienza fiscale" per assorbire in 5 anni le detrazioni fiscali e poterne beneficiare, con l'effetto paradossale che le agevolazioni premieranno i percettori di redditi alti e taglieranno fuori le famiglie con reddito medi e bassi. Cosa succederà nei condomini nei quali sono presenti, come è ovvio, famiglie con redditi molto diversi? È indispensabile salvaguardare il meccanismo della cessione almeno per gli incapienti in relazione ai costi che si devono affrontare, così come è necessario allungare il periodo di utilizzazione delle detrazioni stesse.

L'altra grande preoccupazione riguarda i possibili effetti della proposta di Direttiva europea sulle case green. Beninteso ci sono tutte le possibilità a tutt'oggi per modificarla radicalmente: ed è quello che ci attendiamo dagli Organi Europei che ancora si devono esprimere (il Parlamento in seduta plenaria, il Consiglio, il nostro stesso Governo che dovrà assumere una decisa iniziativa su questo tema).

È L'impostazione di fondo che va messa in discussione: l'obbligo per i proprietari di adeguare gli edifici in tempi strettissimi alle classi energetiche superiori (da G ad E, e, successivamente da E a D). Un intervento coercitivo (perché di questo si tratterebbe) che metterebbe in condizione una platea enorme di proprietari o di sopportare costi per loro insostenibili, o di svendere, o comunque di veder svalutato il proprio immobile. Tutto ciò è inaccettabile. E per di più irrealistico. Pensare in Italia (ma anche in altri Paesi UE) di imporre la ristrutturazione di milioni di immobili (perché di questo si tratta) in 10 anni significa non avere il senso della realtà. Se solo si pensa che il 110% in Italia ha interessato una frazione abbastanza modesta di edifici e ciononostante ha scontato problemi serissimi: difficoltà a individuare imprese, impennata dei costi dei materiali, ecc., immaginiamo cosa avverrebbe se fosse coinvolta una platea 20 volte superiore in tempi ridotti.

La via è un'altra: non la coercizione ma l'incentivo, la riqualificazione immobiliare ma anche, e sempre più l'utilizzo di fonti energetiche green per le singole proprietà o attraverso la partecipazione alle Comunità energetiche. Tempi più lunghi (forse), ma risultati sicuramente importanti sul piano della sostenibilità ambientale e sociale.

Alfredo Zagatti - Presidente Nazionale ASPPI


LEGGE di BILANCIO 2023: POCO CORAGGIO SULLA CASA

Pubblicata il: 11 Gennaio 2023

Nella Legge di bilancio 2023 (Legge n.197 del 29 dicembre), appena approvata, troviamo nulla o poco sulla casa e gli immobili in generale. È vero il tempo per discutere e approvare la legge è stato ridotto causa le elezioni anticipate, ma si poteva fare di più.

Tra le misure che non hanno trovato spazio nella manovra non troviamo la cedolare secca per i negozi e gli usi commerciali anticipata dal vice ministro dell'Economia Maurizio Leo. Misura necessaria per calmierare i canoni e rilanciare il commercio di vicinato, assieme ad una necessaria riforma delle norme sulla locazione commerciale. Non troviamo la misura sull'allargamento della cedolare secca per le locazioni abitative a tutti i comuni italiani. Oggi la possibilità di scegliere la cedolare secca per i contratti di affitto a canone concordato è limitata solo ai comuni ATA e ai comuni "calamitati". Una sperequazione tra comuni anche limitrofi.

Non troviamo più il Fondo sociale per l'affitto e il fondo per la morosità incolpevole. Misure necessarie per prevenire e ridurre gli sfratti per morosità.

Non vediamo poi il passaggio ordinato per chiudere il super bonus al 110%. Al caos dei provvedimenti precedenti (legge scritta male e applicata peggio) si sta aggiungendo una tagliola senza precedenti. Pensata solo per motivi ragionieristici che non tiene conto del lavoro di progettazione fatto in tanti condominii.

Non troviamo infine un segnale di riforma dell'IMU, in particolare lo Stato continuerà ad incamerare l'IMU per i capannoni (0,76% sulla categoria D). E resterà un'IMU anacronistica e ingiusta, una patrimoniale camuffata che deve essere rivista.

Vorremmo poi capire meglio come le misure di ristoro energetico potranno venire incontro alle famiglie o ai condominii a rischio di distacco delle utenze.

Unica nota positiva è l'esenzione dell'IMU nel caso di immobili occupati e relativa denuncia.

Poco, veramente poco.

Per i piccoli proprietari immobiliari, per i locatori, per i condòmini la manovra di bilancio approvata è deludente. Come ASPPI continuiamo a chiedere, per il prossimo futuro, certezza del diritto e provvedimenti equi, oltre a voler mettere la casa al centro delle politiche nazionali.

Per il prossimo futuro ASPPI segnala la necessità di istituire una cabina di regia che coordini tutti i provvedimenti sulle politiche abitative (cabina di regia che riteniamo necessaria anche a livello regionale e nei comuni più popolosi). Riteniamo poi sia necessario aumentare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica (con un piano decennale di nuove costruzioni) e di rivedere e snellire le procedure per gli sfratti e le loro esecuzioni (dando maggiori garanzie ai proprietari).

Poi riteniamo sia necessario l'allargamento della platea per la cedolare secca a tutti i comuni italiani. Quindi occorrerebbe mettere mano alla legge 392 del 1978 sulle locazioni commerciali (per lo snellimento delle regole contrattuali) e alla legge 220 del 2012 sui condominii (per completare una riforma rimasta a metà). Infine occorre ripristinare il Fondo sociale per l'affitto per non incrementare la conflittualità sociale ed economica.

Lamandini Francesco - Presidente Regionale Emilia Romagna - Presidente ASPPI Modena



Anzi: si compie un passo indietro su un aspetto fondamentale: l'azzeramento dei fondi per l'affitto e la "morosità incolpevole" non è un problema solo degli inquilini; questa scelta si ripercuoterà pesantemente sui locatori che presumibilmente dovranno affrontare più elevati livelli di morosità.

Il sostegno agli inquilini con i redditi più bassi andava aumentato, non cancellato, in presenza di una crisi sociale così estesa. Certo, noi apprezziamo la norma che attribuisce direttamente ai locatori i contributi relativi a quella componente del reddito di cittadinanza destinata all'affitto (una norma che noi abbiamo proposto), ma questa norma, pure di buon senso, non risolve il problema.

Così come non riveste carattere risolutivo, anche se non ne sminuiamo l'importanza, un'altra norma positiva contenuta nella Legge di Stabilità: quella relativa all'esenzione dall'IMU per immobili occupati in conseguenza di reati consumati e regolarmente denunciati. Norma rilevante, certo, ma che per logica dovrebbe estendersi agli immobili per i quali è stata emessa una regolare sentenza di sfratto che però non viene eseguita per mesi o anni per manifesta inadempienza di chi sarebbe tenuto a farla rispettare tempestivamente.

È stato fatto rilevare come larga parte delle risorse impegnate dalla manovra siano destinate a misure tese a contrastare il rincaro della bolletta energetica: è comprensibile e molte delle misure previste continuano su una linea già intrapresa nei mesi scorsi.

Esprimiamo a questo proposito una preoccupazione e una riserva: la preoccupazione riguarda il fatto che le misure previste (pur utilizzando le risorse di tutto l'anno) copriranno solo il primo trimestre del 2023 generando una grande incognita sui mesi successivi; la riserva invece riguarda la minore incisività di queste misure per le famiglie rispetto alle imprese: noi avevamo chiesto almeno di prevedere una misura specifica per quanto riguarda le realtà condominiali in maggiore sofferenza (maggiore possibilità di dilazione dei pagamenti, ecc.).

Detto ciò, non sottovalutiamo le norme contenute nei commi 24 e 25 dell'art.1 che prevedono un fondo per attenuare le conseguenze del rincaro del gas sugli utenti finali e prevedono inoltre che con delibera dell'Autorità di regolazione energia reti e ambiente (ARERA) possano essere sospesi i procedimenti di interruzione della fornitura di gas naturale per i clienti finali direttamente allacciati alla rete di trasporto del gas naturale; naturalmente si tratterà di capire come questa norma sarà concretamente attuata.

Infine: né la Legge di Bilancio, né il Decreto che l'ha preceduta, hanno risolto i gravissimi problemi relativi alla gestione, in questa fase, della agevolazione relative al 110%. Aver disposto lo slittamento al 31/12 della CILAS costituisce sicuramente una misura necessaria, ma rimane ancora insoluto l'enorme problema del blocco della cessione del credito.

La Legge di Bilancio è poi costellata di norme specifiche (dal bonus mobili, alle agevolazioni per l'acquisto di immobili di classe energetica elevata, alla rinegoziazione dei mutui, ecc.).

Le analizzeremo con attenzione, anche se nel loro insieme non modificano il giudizio complessivo sulla manovra.

Alfredo Zagatti - Presidente Nazionale ASPPI


Il fondo sociale per l'affitto va rifinanziato

Pubblicata il: 16 Dicembre 2022 

Il fondo sociale per l'affitto va rifinanziato

Il mancato rifinanziamento nella Legge di Bilancio del Fondo sociale per l'affitto e del fondo per la morosità incolpevole, costituisce un errore a cui ci auguriamo Governo e Parlamento vorranno rimediare.

Il sostegno agli inquilini a basso reddito consente (date le carenze dell'edilizia sociale e pubblica) un accesso al mercato della locazione privata, soprattutto a canone concordato, altrimenti impossibile o difficilissimo.

Cancellare questo strumento è cosa ingiusta nei loro confronti e pericolosa per i piccoli proprietari che affittano che presumibilmente vedranno crescere una morosità già a livelli altissimi.

Si può discutere naturalmente, cosa da noi ampiamente sollecitata, sui meccanismi di erogazione di questi sostegni, specialmente in alcune regioni, ma questo non giustifica la loro cancellazione.

Al contrario, come abbiamo sottolineato anche al nostro recente Congresso, dovrebbero essere ampliate le misure di welfare abitativo, per sostenere i più deboli, per tenere in equilibrio il mercato dell'affitto e per evitare che ai proprietari venga assegnato quel ruolo improprio di assistenza sociale che puntualmente si ripresenta in caso di morosità o di richiesta di rilascio.

Alfredo Zagatti

Presidente Nazionale ASPPI


Fotovoltaico a terra, cadono altri limiti nei centri storici e nelle aree vincolate

Pubblicato il : 23/09/2022

Con la Legge 'Aiuti-bis' installazione con DILA nelle strutture turistiche. Dopo la liberalizzazione degli impianti sugli edifici continua l'accelerazione verso la transizione energetica 23/09/2022 - L'emergenza energetica e le difficoltà di approvvigionamento hanno mostrato l'urgenza del passaggio alle rinnovabili. La normativa sta quindi semplificando le procedure per l'installazione degli impianti in modo da creare un contesto favorevole alla diffusione delle fonti alternative.La Legge "Aiuti-bis" introduce nuove semplificazioni per il fotovoltaico collocandosi nella scia della prima Legge "Aiuti", che a luglio ha iniziato a semplificare l'installazione dei pannelli a terra nelle strutture turistiche e ha ampliato le aree idonee all'installazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, e del Decreto "Energia", che ad aprile 2022 ha liberalizzato l'installazione degli impianti fotovoltaici sugli edifici.

Ulteriori semplificazioni, sono presenti anche nel Decreto "Aiuti-ter"(DL 144/2022), che punta a rendere più veloce l'installazione degli impianti sugli edifici.
La Legge "Aiuti" del 15 luglio 2022 ha stabilito che fino al 16 luglio 2024 è possibile utilizzare la Dichiarazione di inizio lavori asseverata (DILA) per installare nuovi impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra di potenza non superiore a 1000 chilowatt picco (kWp) nelle aree delle strutture turistiche o termali. La legge ha posto due condizioni:
- l'energia autoprodotta deve essere utilizzata prioritariamente per i fabbisogni delle medesime strutture;
- le aree devono trovarsi al di fuori dei centri storici e non essere tutelate ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio.La legge "Aiuti-bis", in vigore da ieri, ammorbidisce la seconda condizione e stabilisce che questi impianti possono essere installati con DILA anche nei centri storici e nelle aree tutelate ai sensi dell'articolo 136 del Codice dei Beni culturali e del paesaggio. Si tratta degli immobili e delle aree di notevole interesse pubblico come, per fare degli esempi, ville, giardini, parchi e complessi di valore estetico e tradizionale. L'unica condizione è che il progettista attesti che gli impianti non sono visibili dagli spazi pubblici esterni limitrofi.
La Legge "Aiuti-bis" precisa che restano ferme le semplificazioni introdotte per l'installazione dei pannelli fotovoltaici sugli edifici.Si tratta della liberalizzazione del Decreto "Energia", che ha classificato come manutenzione ordinaria, non subordinata all'acquisizione di permessi, autorizzazioni o atti amministrativi di assenso, l'installazione degli impianti fotovoltaici e termici sugli edifici o su strutture e manufatti fuori terra e la realizzazione di tutte le opere funzionali alla connessione alla rete elettrica.Nei centri storici e nelle aree sottoposte a vincolo è liberalizzata l'installazione di pannelli integrati nelle coperture, non visibili dagli spazi pubblici esterni e dai punti di vista panoramici. Non è invece stata liberalizzata l'installazione dei pannelli sulle coperture realizzate con materiali della tradizione locale.
Per accelerare la transizione energetica, il Decreto "Energia" ha esteso la procedura semplificata del modello unico, inizialmente utilizzata per gli impianti di potenza fino a 50 kW, agli impianti di potenza fino a 200 kW.Il modello unico semplificato è utilizzato per la realizzazione, la modifica, il potenziamento, la connessione e l'esercizio degli impianti.Nei centri storici e nelle aree tutelate, il modello unico può essere utilizzato a condizione che i pannelli siano integrati nelle coperture, non visibili dagli spazi pubblici esterni e dai punti di vista panoramici.
Un impulso alla diffusione delle energie alternative è arrivato anche con l'ampliamento delle aree idonee all'installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili.La Legge "Aiuti" ha incluso le aree che non sono ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela e che non ricadono nella fascia di rispetto dei beni sottoposti a tutela.La legge ha anche stabilito che la fascia di rispetto è determinata considerando una distanza dal perimetro di beni sottoposti a tutela di sette chilometri per gli impianti eolici e di un chilometro per gli impianti fotovoltaici.Queste aree idonee si sono sommate a quelle previste dal Decreto Legislativo 199/2021, con cui l'Italia ha recepito la Direttiva 2018/2001/UE (RED II), e integrate dal Decreto "Energia" cioè:
- i siti ove sono già installati impianti della stessa fonte e in cui vengono realizzati interventi di modifica non sostanziale;
- le aree dei siti oggetto di bonifica individuate secondo le regole del Codice Ambiente;
- le cave e miniere cessate, non recuperate o abbandonate o in condizioni di degrado ambientale;
- i siti e gli impianti nelle disponibilità delle società del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.La Legge "Aiuti" ha inoltre facilitato l'installazione di impianti fotovoltaici sui tetti delle aziende agricole. Le imprese agricole possono infatti incrementare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per realizzare, sui tetti delle proprie strutture produttive, impianti fotovoltaici aventi potenza eccedente il consumo medio annuo di energia elettrica, compreso quello familiare, e la vendita in rete dell'energia elettrica prodotta.
Un'ulteriore semplificazione, per agevolare l'installazione di impianto fotovoltaici e solari termici sulle coperture e sulle facciate degli edifici, arriva con il Decreto "Aiuti-ter". Nel caso in cui, a seguito dell'installazione, sia necessaria la valutazione del progetto antincendio, i termini entro cui il Comando dei Vigili del Fuoco deve dare il parere preventivo sulla conformità vengono dimezzati da 60 a 30 giorni, decorrenti dalla presentazione della documentazione.
Ulteriori semplificazioni, sono presenti anche nel Decreto "Aiuti-ter"(), che punta a rendere più veloce l'installazione degli impianti sugli edifici.

Fotovoltaico a terra nelle strutture turistiche, DILA anche nei centri storici

La Legge "Aiuti" del 15 luglio 2022 ha stabilito che fino al 16 luglio 2024 è possibile utilizzare la Dichiarazione di inizio lavori asseverata (DILA) per installare nuovi impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra di potenza non superiore a 1000 chilowatt picco (kWp) nelle aree delle strutture turistiche o termali. La legge ha posto due condizioni:
- l'energia autoprodotta deve essere utilizzata prioritariamente per i fabbisogni delle medesime strutture;
- le aree devono trovarsi al di fuori dei centri storici e non essere tutelate ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio.La legge "Aiuti-bis", in vigore da ieri, ammorbidisce la seconda condizione e stabilisce che questi impianti possono essere installati con DILA anche nei centri storici e nelle aree tutelate ai sensi dell'articolo 136 del Codice dei Beni culturali e del paesaggio. Si tratta degli immobili e delle aree di notevole interesse pubblico come, per fare degli esempi, ville, giardini, parchi e complessi di valore estetico e tradizionale. L'unica condizione è che il progettista attesti che gli impianti non sono visibili dagli spazi pubblici esterni limitrofi.


Fotovoltaico sugli edifici liberalizzato

La Legge "Aiuti-bis" precisa che restano ferme le semplificazioni introdotte per l'installazione dei pannelli fotovoltaici sugli edifici.Si tratta della liberalizzazione del Decreto "Energia", che ha classificato come manutenzione ordinaria, non subordinata all'acquisizione di permessi, autorizzazioni o atti amministrativi di assenso, l'installazione degli impianti fotovoltaici e termici sugli edifici o su strutture e manufatti fuori terra e la realizzazione di tutte le opere funzionali alla connessione alla rete elettrica.Nei centri storici e nelle aree sottoposte a vincolo è liberalizzata l'installazione di pannelli integrati nelle coperture, non visibili dagli spazi pubblici esterni e dai punti di vista panoramici. Non è invece stata liberalizzata l'installazione dei pannelli sulle coperture realizzate con materiali della tradizione locale.

Fotovoltaico, modello unico fino a 200 kW

Per accelerare la transizione energetica, il Decreto "Energia" ha esteso la procedura semplificata del modello unico, inizialmente utilizzata per gli impianti di potenza fino a 50 kW, agli impianti di potenza fino a 200 kW.Il modello unico semplificato è utilizzato per la realizzazione, la modifica, il potenziamento, la connessione e l'esercizio degli impianti.Nei centri storici e nelle aree tutelate, il modello unico può essere utilizzato a condizione che i pannelli siano integrati nelle coperture, non visibili dagli spazi pubblici esterni e dai punti di vista panoramici.

Rinnovabili, aumentano le aree idonee

Un impulso alla diffusione delle energie alternative è arrivato anche con l'ampliamento delle aree idonee all'installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili.La Legge "Aiuti" ha incluso le aree che non sono ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela e che non ricadono nella fascia di rispetto dei beni sottoposti a tutela.La legge ha anche stabilito che la fascia di rispetto è determinata considerando una distanza dal perimetro di beni sottoposti a tutela di sette chilometri per gli impianti eolici e di un chilometro per gli impianti fotovoltaici.Queste aree idonee si sono sommate a quelle previste dal Decreto Legislativo 199/2021, con cui l'Italia ha recepito la Direttiva 2018/2001/UE (RED II), e integrate dal Decreto "Energia" cioè:
- i siti ove sono già installati impianti della stessa fonte e in cui vengono realizzati interventi di modifica non sostanziale;
- le aree dei siti oggetto di bonifica individuate secondo le regole del Codice Ambiente;
- le cave e miniere cessate, non recuperate o abbandonate o in condizioni di degrado ambientale;
- i siti e gli impianti nelle disponibilità delle società del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.La Legge "Aiuti" ha inoltre facilitato l'installazione di impianti fotovoltaici sui tetti delle aziende agricole. Le imprese agricole possono infatti incrementare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per realizzare, sui tetti delle proprie strutture produttive, impianti fotovoltaici aventi potenza eccedente il consumo medio annuo di energia elettrica, compreso quello familiare, e la vendita in rete dell'energia elettrica prodotta.

Rinnovabili, tempi dimezzati per il parere sul progetto antincendio

Un'ulteriore semplificazione, per agevolare l'installazione di impianto fotovoltaici e solari termici sulle coperture e sulle facciate degli edifici, arriva con il Decreto "Aiuti-ter". Nel caso in cui, a seguito dell'installazione, sia necessaria la valutazione del progetto antincendio, i termini entro cui il Comando dei Vigili del Fuoco deve dare il parere preventivo sulla conformità vengono dimezzati da 60 a 30 giorni, decorrenti dalla presentazione della documentazione.

Le strategie per combattere la crisi energetica rappresentano un'opportunità per i professionisti? Che impatto avranno sulla professione gli incentivi all'edilizia e alle rinnovabili, le innovazioni costruttive e impiantistiche?


Riforma del Catasto: le parole del Presidente del Consiglio non rassicurano

Pubblicata il: 30 Settembre 2021

"Questo governo vuole fare una operazione di trasparenza: si arriva a determinare quelle che sono le rendite catastali attuali e si impegna a non cambiare assolutamente il carico fiscale del catasto, nessuno pagherà di più, nessuno pagherà di meno".

Queste le parole con le quali il Presidente del Consiglio ha annunciato ieri la volontà di mettere mano, con la riforma fiscale, al catasto. Sembrerebbe la quadratura del cerchio rispetto alle contrarietà o perplessità delle forze politiche che si erano riflesse anche in sede parlamentare nella risoluzione sul fisco che escludeva, appunto, la riforma del catasto.

Certamente Draghi ha utilizzato una formula diversa da quella usata in precedenti occasioni: "quella di assicurare l'invarianza di gettito". Proposito che si è dimostrato più volte irrealizzabile e che comunque celava un aumento di carico fiscale per molti contribuenti. Dicendo "nessuno pagherà di più o di meno" si afferma che l'invarianza riguarda ognuno di noi e non scaturisce da una media astratta.

Ma allora, a che pro si mette mano alla revisione degli estimi?

(Che rappresentano, lo ricordiamo, la base su cui vengono calcolate la gran parte delle tasse sulla casa, IMU in testa).

Quando si giungesse a valori diversamente determinati chi garantisce, non solo oggi, ma domani, che essi non costituiranno lo strumento per l'inasprimento della tassazione patrimoniale per una larga platea di proprietari immobiliari?

E si arriva qui al nodo di fondo: la tassazione, in specie patrimoniale, sulla casa è troppo alta o troppo bassa?

Parlano i dati: fatta salva l'esclusione della prima casa la tassazione in Italia è superiore di almeno due punti rispetto alla media europea; se poi si raffrontano gli oneri fiscali che sopportano i proprietari di immobili rispetto alla tassazione di altre forme di investimento non c'è partita: l'investimento immobiliare è il più oneroso.

Purtroppo queste considerazioni sono tutt'altro che pacifiche: prese di posizione anche internazionali, forze politiche e sindacali, commentatori di vario genere premono per ulteriori inasprimenti.

L'idea che la proprietà immobiliare costituisca una rendita inerte da tassare senza troppe preoccupazioni è ben presente e largamente rappresentata.

Per questo, anche le parole del Presidente del Consiglio, che dovrebbero rassicurare destano invece enormi preoccupazioni.

I proprietari di immobili, in primo luogo i piccoli locatori escono dalla pandemia (speriamo) con le ossa rotte.

Hanno misurato sulla propria pelle la distanza fra le loro esigenze e gran parte del mondo politico e istituzionale. Pensiamo alla vicenda del blocco degli sfratti che in Italia, rispetto ad altri Paesi si trascina ancora senza nessun riconoscimento sostanziale si locatori

Tutto ciò genera legittime diffidenze. Per questo chiediamo al Governo di pensarci bene dall'intraprendere una operazione sul catasto dalle finalità ad oggi abbastanza oscure.

Alfredo Zagatti - Presidente Nazionale ASPPI

NADEF: si va verso la proroga del 110%

Pubblicata il: 29 Settembre 2021

La Nota di aggiornamento del Documento Economico e Finanziario (NADEF) riveste un ruolo fondamentale nel delineare la politica economica del Paese (Viene prima, e serve per indirizzare la Legge di Stabilità e il Bilancio dello Stato).

Uno degli interrogativi fondamentali che interessano i proprietari immobiliari riguarda la prosecuzione delle politiche di incentivo all'efficientamento energetico degli immobili (detrazioni 110% ecc.).

Il Ndef da una risposta positiva a questa domanda recitando testualmente sin dall'introduzione:

"Il sentiero programmatico per il triennio 2022-2024 - si legge infatti- consentirà di coprire le esigenze per le 'politiche invariate' e il rinnovo di svariate misure di rilievo economico e sociale, fra cui quelle relative al sistema sanitario, al Fondo di Garanzia per le PMI, all'efficientamento energetico degli edifici e agli investimenti innovativi".

Ricordiamo che ad oggi il superbonus 110% scade nel 2022, con date differenziate, e nel 2023 solo per gli ex IACP:

La proroga che dovrebbe coprire tutto il 2023 (già preannunciata da alcuni autorevoli esponenti di Governo) è assolutamente indispensabile per consentire la programmazione, progettazione e realizzazione di numerosi interventi che nei mesi scorsi sono stati oggettivamente ostacolati dall'emergenza sanitaria e dalla necessità, in parte colta, di semplificazione della normativa.

Attendiamo ora la Legge di Stabilità che dovrà tradurre in norme la volontà politica oggi enunciata e disporre le risorse finanziarie necessarie per realizzarla.

Intanto esprimiamo come ASPPI la nostra soddisfazione per una scelta che abbiamo più volte sollecitato in questi mesi

ASPPI - Presidenza Nazionale


Pubblicato 04 febbraio 2020

Cedolare secca e sublocazione